sabato 10 marzo 2018

La nostra ricerca sui Babilonesi


Nel 1790 A.C. un popolo nomade invase la Mesopotamia e scelse come capitale Babilonia, unendo tutto il territorio che era stato conquistato prima dagli altri popoli. Il capo del popolo nomade, Hammurabi, diventò l'unico sovrano. Decisero di chiamarsi Babilonesi perché presero il nome dalla loro capitale Babilonia.
Hammurabi creò il primo grande impero della storia.


LE PORTE DI ISHTAR 

Queste porte erano decorate con tori e draghi (questi ultimi rappresentano il dio Marduk). Le porte conducevano alla via sacra che era l più importante.
A destra della via principale si trovavano il palazzo del re Nabucodonosor che aveva un giardino pensile e la ZIQQURAT.



LA ZIQQURAT


I GIARDINI PENSILI
I giardini pensili furono una delle sette meraviglie del mondo antico ed anche una delle caratteristiche più celebri dell'antica città di Babilonia.
I giardini furono costruiti intorno al 600 A.C., per ordine del re Nabucodonosor, vicino alle rive del fiume Eufrate, a sud dell'attuale Baghdad. Si narra che il re li avesse fatti costruire per la giovane moglie Amiti, la quale soffriva di nostalgia, in modo da creare per lei un ambiente simile a quello del suo paese d'origine: le montagne della Persia. Furono costruiti dentro le mura della città, avevano una struttura a terrazze, l'ultima poteva trovarsi anche a 40 metri di altezza dal suolo. Si estendevano su una base di circa 3.500 metri quadri, ogni terrazza era sostenuta da colonne e pilastri per reggerne il peso. Le mura erano spesse 7 metri.


Di solito le terrazze erano cinque e all'ultimo piano si arrivava attraverso una scala. Le mura erano abbellite con dei disegni.
Nabucodonosor le fece decorare con alberi e piante di ogni specie, portate da tutte le parti del mondo. Nei giardini quasi sicuramente vi erano piante di fichi, melograni, mandorli, noci oltre a fiori e ninfee. La ricchezza vegetativa dei giardini dipendeva anche dall'efficace sistema di irrigazione che usava le acque del fiume Eufrate. Alla base dei giardini c'erano due grandi vasche che accoglievano l'acqua del fiume attraverso tubi sotterranei. C'erano due grandi ruote senza raggiera a cui erano fissati dei vasi d'argilla e che venivano attivate manualmente dagli schiavi; i recipienti, così, si riempivano d'acqua che lasciavano cadere in una vasca al piano superiore, dove avveniva lo stesso procedimento fino a raggiungere il livello più alto. Qui si trovava una cisterna da cui l'acqua poteva facilmente essere distribuita, attraverso tubature a caduta (ruscelli, cascate...), in tutta la superficie dei giardini, per irrigarli ma anche per abbellirli.


Giulia, Alessia